È stato detto che il vinile era fuori moda. La stessa cosa è stata detta sulle Craft Beer. Si sbagliavano. Entrambe le volte. Il vinile è stato dichiarato come qualcosa di vecchio di più di 20 anni, ma come molte cose positive, non ancora estinto, solo messo da parte...

Esattamente come le Artisan Ales, il vinile ricorda qualcosa, dà qualcosa in più del semplice suono rigido dei CD o dei media digitali. Se si è invece interessati alla purezza assoluta, la chiarezza totale, allora ok, ma il vinile - in tutti i suoi formati da 7 pollici a 10 pollici a 12 pollici e da 33 a 45 e persino 78 giri / min - ti dà calore, presenza, anima.

Dissero che il vinile era morto. Non era morto, ma solo messo da parte...

È stato detto che attraverso il vinile non si ottiene solo il suono dello studio di registrazione, si ottiene il colore della carta da parati, l'odore della lucidatura del pavimento. Lo stesso si può dire dei birrifici artigianali rispetto ai macro-birrifici, il lavoro fatto per filtrare e creare delle birre d’eccezione rispetto alle birre industriali, senza lasciare nulla al caso: niente impurità, niente gusto, niente carattere. Se la produzione di birra è come lo studio di registrazione, allora perché adattare il capolavoro a filtri ed effetti, quando si potrebbe avere tutta la bellezza dei clic, dei pop e dei sibili e un prodotto finito che ci fa sentire vivi?

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